martedì 5 febbraio 2008

Stazione FFSS nello squallore. Un triste biglietto da visita per la città di Villapiana Lido

“Pronto? Sono Andrea. Ti invito a vedere in che stato riversa la stazione ferroviaria del Lido; ti aspetto qui sul posto”. Parte da questa telefonata un viaggio triste dal gusto che sa di amarezza e sconfitta. Raggiunta la stazione di Villapiana Lido, la piccola fermata ferroviaria sulla tratta jonica Metaponto-Sibari, costituita esclusivamente da un marciapiede ed una pensilina, ci aspetta Andrea Accoti, ex assessore comunale ed oggi dinamico pensionato dopo aver prestato servizio alle dipendenze proprio delle Ferrovie dello Stato. L’uomo ci fa da sconsolato cicerone, in questo inferno di sudiciume, di vetri infranti, pavimenti imbrattati di vernice, metalli arrugginiti e – sembrerebbero - chiazze di orina. Si perché, se di mattina la stazione di Villapiana Lido è frequentata da decine di studenti pendolari verso gli Istituti superiori di Trebisacce, di sera questa resta isolata e alla mercè dei soliti balordi, incuranti e devastatori di quelle poche strutture utili per l’intera comunità. Abbiamo detto della pensilina, un perimetro di vetri rotti, priva di panchine e servizi igienici, ma il degrado continua anche al di là della ferrovia, a meno di 10 metri dal marciapiede, dove accostato al vecchio casello ferroviario, fa bella mostra di se una mostruosa capannella in legno ed eternit, un tempo servito forse come pollaio ed oggi un riparo sicuro per topi e rettili. Ci troviamo sulla centralissima strada che conduce sulle spiagge di Villapiana Lido, e lo spettacolo vergognoso offerto da questo sito va bel oltre gli sguardi dei passeggeri e fruitori della stazione ferroviaria, divenendo così una sorta di biglietto da visita – ingiusto nei confronti di quanti, operatori turistici, investono di proprio nella promozione del territorio - che nulla ha a che spartire con la stessa cittadina, il suo verde pubblico, le spiagge, il mare, la pineta ecc. Ma non è finita qui. Il signor Accoti ci accompagna dall’altro lato della strada, mostrandoci quello che resta del gabbiotto un tempo adibito a dispositivo per il movimento delle barriere ferroviarie. Fino a pochi anni fa, a presidiare il minuscolo prefabbricato c’era il “casellante” che, a giro di manovella, azionava la chiusura e riapertura delle barriere. L’automazione ha fatto si che la figura del ferroviere venisse a mancare; con essa però è venuta meno anche la sorveglianza della cabina ed ora, al di là della porta frantumata, le apparecchiature elettriche nel suo interno coesistono con detriti e spazzatura di ogni genere. Ci chiediamo se questi quadri elettrici, nelle mani dei balordi, possano mettere a rischio la sicurezza del passaggio a livello stesso. “Dove sono le squadre di pulizia e manutenzione della società ferroviaria? – ci chiede ironicamente l’Accoti – e chi è l’incaricato che dovrebbe recuperare l’eternit bonificando poi il sito?” Al momento, ciò che possiamo aggiungere è che nell’immediato futuro, come è previsto nel piano viario del Comune, le barriere ferroviarie verranno soppresse e sostituite da un sottopasso pedonale; intervento che comporterà un maggiore isolamento della stazione.
Paride De Paola

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