martedì 29 gennaio 2008

Trebisacce: Documento di disappunto del Sindaco nei confronti del "Manifesto" affisso dalla minoranza

Sento il dovere di manifestare all’assise consiliare e alle persone che stasera sono qui presenti, il mio disappunto su quanto scritto in un manifesto, affisso sui muri della città, domenica 27 gennaio, u.s. che porta la firma dei consiglieri comunali di minoranza. Gradirei conoscere le ragioni che hanno indotto i firmatari a stilare tale manifesto e con quale animo “Democratico”, si sono spinti, oltremodo, a giudizi generici e gratuiti di carattere personale, anticipando, frettolosamente, con il timore di chi vuole evitare il confronto in contraddittorio, tutto ciò che si sarebbe potuto trattare, nella seduta consiliare di questa sera. Sarebbe bastata una semplice richiesta, da parte della minoranza, di inserire all’ordine del giorno i punti evidenziati nel manifesto su cui discutere e dibattere, a vantaggio non solo degli occhi ma anche e soprattutto delle orecchie di tutti. Ordine del giorno, messo a disposizione dall’Ufficio della Presidenza del consiglio comunale, che è stato puntualmente notificato, nei termini di legge, a tutti i membri del consiglio, qualche giorno prima della misteriosa comparsa del manifesto e cioè giovedì 24 u.s. e in tali circostanze il gruppo di minoranza non ha manifestato alcuna volontà di trattare tali argomentazioni nella seduta di questa sera, ne avrebbero avuto pieno titolo e diritto. Appare del tutto gratuito e generico il linguaggio, ancor di più l’atteggiamento assunto dalla minoranza in tale deprecabile iniziativa che denota soltanto mancanza di democrazia, nel metodo prima che nel merito e non certo la volontà di raggiungere lo scopo di un sano e leale confronto tra le parti. Ma c’è chi ama sparare sempre …………… indisturbato su chiunque e in ogni momento rimanendo nell’anonimato a vita e utilizzando manifesti, lettere diffamatorie e quant’altro. Nelle precedenti sedute consiliari le dichiarazioni di alcuni consiglieri di minoranza lasciavano intendere chiaramente, un costruttivo spirito collaborativo alle attività dell’Amministrazione per il bene comune e nell’interesse della collettività. Nel merito, desta sconcerto l’inaspettata impennata dei consiglieri di minoranza che da una parte dichiarano di voler collaborare e dall’ altra lanciano isteriche accuse, tipiche di chi ancora non ha digerito il rospo. Notoriamente i “venditori di fumo”- lo sanno anche i bambini - mentono, ebbene i debiti ereditati dalla passata amministrazione, purtroppo, sono documentali non è possibile non vederli o fare finta che non esistano.La menzogna, in una mente pensante serve a celare i propri misfatti, in otto mesi di mandato non c’è abbastanza tempo per compiere dei misfatti, più verosimile come scenario temporale può essere un ventennio, anzi in un ventennio di misfatti c’è tempo per compierne tanti. E il considerevole scarto di voti con cui l’amministrazione precedente è stata mandata a casa è un indice inesorabile della considerazione che i cittadini hanno dei misfatti e di come vadano trattati gli autori dei misfatti. L’acrimonia con cui, pateticamente, si cerca di attirare l’attenzione dei cittadini la dice lunga sulla povertà della mente che ha partorito quel manifesto, le espressioni elementari, desuete, volgarmente offensive, tipiche di un modo di fare politica retaggio degli anni che furono, offendono più chi le ha scritte che le persone a cui sono maldestramente e ingiustamente dirette. Sarebbe stato il caso di ignorarle, ma ancora una volta preferiamo il confronto e ne parliamo perché crediamo nell’efficacia di un sano rapporto dialettico che rappresenta la ratio della democrazia della quale siamo attenti osservatori. Invitiamo, quindi i consiglieri di minoranza ad evidenziare con puntualità gli atti amministrativi da noi compiuti dai quali si evince improvvisazione e superficialità, le critiche possono servire solo se sono puntuali e circostanziate e, soprattutto non pretestuose, diversamente non portano da nessuna parte.Dal canto nostro non temiamo smentite affermando che l’unica opera pubblica terminata dalla passata amministrazione, il centro polivalente, è praticamente inagibile a causa dei lavori non eseguiti a regola d’arte e dei prematuri segni di degrado che non offrono alcuna garanzia in termini di agibilità e di sicurezza. Il centro, quindi, può entrare di diritto nel novero dei frutti, frutti precocemente rinsecchiti ed ereditati della passata amministrazione, come i debiti, quelli sono sempre verdi e maturano ingenti interessi quando non si pagano. Per tali ragioni sono state avviate le procedure di contestazione agli addetti ai lavori nelle sedi opportune; una apposita conferenza sarà tenuta presso il centro per illustrare lo stato dei luoghi alla stampa, alla stessa stampa che stamattina imboccata da qualche informatore da marciapiede ha riportato la notizia di bacchettate date da un consigliere al sindaco Bianchi. Peccato che lo stesso consigliere non presenzi al Consiglio comunale da diverse sedute tanto da poter essere dichiarato decaduto.La saga delle menzogne iniziata vent’anni fa non è ancora finita. Altri frutti ereditati:
1. Il mercato di S. Antonio, in pessime condizioni igienico-sanitarie e in assoluto stato di abbandono;
2. Il vecchio Lutri, che nonostante i quattrini spesi, fino a due mesi fa non era ancora agibile;
3. IL campo sportivo di Rovitti non agibile per le competizioni sportive;
4. Il Palazzetto dello Sport, opera incompiuta per carenze finanziarie;
5. La rete idrica un perfetto colabrodo da lavorarci su seriamente;
6. L’impianto di depurazione e la rete fognaria vanno rimessi a nuovo;
7. Le due chiese della marina, i lavori erano bloccati per i contenziosi con le ditte esecutrici e sono stati sbloccati in questi giorni;
8. Le scuole elementari le cui condizioni statiche vanno seriamente verificate;
9. La passerella del ponte di Albidona che va completata;
10. L’impianto d’illuminazione pubblica che va potenziato;
11. Il capannone della Provincia, area completamente da risanare e da valorizzare;
12.Le strade, che sono quasi tutte da riprendere;
13.Il considerevole contenzioso legale che comporterà un esborso di denaro altrettanto considerevole;
14. e in particolare il contenzioso relativo agli espropri per pubblica utilità ancora pendente, che desta non poche preoccupazioni;etc. etc.
Altro che frutti, qui c’è veramente da rimboccarsi le maniche, soltanto per reperire quattrini e portare a termine intanto le opere incompiute e nel contempo mettere in campo nuove strategie e risorse finanziarie per il programma pluriennale dei LL. PP.Per tutto ciò non ci sono meriti o demeriti che tengano, le opere vanno fatte e basta, perché rientrano nella normalità degli adempimenti amministrativi di un ente locale e gli sforzi tesi in tal senso non devono diventare concessioni straordinarie del pubblico amministratore o di chi. amministra, ma questo chi lavora o ha lavorato nella pubblica amministrazione lo sa bene.Perciò c’è poco da vantarsi su manifesti, perche di fatti in vent’anni se ne sarebbe potuti fare tanti, ma questo mi pare non sia accaduto , visto il quadro poco confortante delle tante cose ancora da fare; e le cose vanno fatto seriamente e nel rispetto delle norme e delle regole nei tempi dovuti, senza precalcolate attese strategiche che portano inevitabilmente a lunghi ritardi tra le cose programmate e da fare.E ciò è già accaduto, Trebisacce è in netto ritardo almeno di una ventina d’anni visto il quadro pubblico che in alcuni casi si concilia con lo sconfortante quadro privato.Infine se i trebisaccesi oggi sono allegri, cantano e ballano vuol dire che solo oggi sono veramente felici, liberi e fiduciosi nel futuro e in chi li amministra, questo però fa tanto soffrire chi in tanti anni, con assoluta indifferenza, non s’è mai preoccupato del malessere sociale e della qualità della vita nella nostra città, soltanto pochi eletti potevano gioire al cospetto di un imperatore di provincia che ha utilizzato e utilizza i suoi seguaci con la dottrina dell’uso e getta, perché nessuno è migliore di lui e nessuno può amministrare senza di lui. Quei pochi eletti hanno potuto gioire soltanto quando c’era lui che amministrava, senza di lui, non riescono più neanche a guardarti in faccia per la vergogna e sfogano la loro rabbia con stupide e sciocche menzogne su lettere e manifesti come quello di domenica scorsa, il cui richiamo è dovuto più al color giallo cacca che in quello che c’è scritto: Trebisacce saprà valutare, capire e ricredersi – Dopo vent’anni Trebisacce ha già valutato, ha già capito e si è già ricreduta……….. Per fortuna la felicità è una condizione di benessere raggiungibile a costo zero, che non potrà certo essere condizionata dal malumore di pochi.
Il Sindaco, arch. Mariano Bianchi

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