Opera scultorea Magnogreca Calabrese del V secolo a.C.
“Il trono Ludovisi”, celebre scultura marmorea proveniente dal territorio di Locri Epizefiri, risalente al 460/450 avanti Cristo, conservata presso il palazzo Altemps di Roma, è anche il titolo del libro di Anna Letizia Candelise, docente di storia delle arti visive presso l’istituto statale d’Arte di Castrovillari ed architetto. Questo propone un interessante viaggio nella cultura della Magna Grecia che verrà presentato a Saracena dall’Associazione civica “Agorà” sabato 5 gennaio, alle ore 17 nella sala consiliare.
Alla manifestazione interverranno il sindaco di Saracena, Mario Albino Gagliardi, la dirigente scolastica, Emilia Blaiotta, l’antropologo Leonardo Alario e la stessa autrice, mentre i lavori verranno moderati da Giuseppe Di Caprio dell’associazione civica.
Nel libro, Anna Letizia Candelise conduce un’indagine su uno dei più prestigiosi ed emblematici reperti del mondo greco classico. Lo scritto, infatti, presenta una interpretazione che non si avvale esclusivamente dell’archeologia, ma anche degli aspetti legati alla psicologia della forma e della comunicazione (visiva, orale, scritta ecc.) nonché alla neurologia della coscienza.
Secondo Candelise, per prima cosa, la scultura rappresenta l’emersione dagli inferi della dea Persefone, regina dell’Ade, e non la nascita dalle acque di Afrodite come è stato più volte interpretata. Trattandosi, poi, di un’opera scultorea, il libro approfondisce anche lo studio relativo al comportamento delle superfici sotto l’influenza della luce, relazionandole sia alla tradizione dorica che a quella jonica. L’autrice nel testo, tra l’altro , costruisce alcune interessanti ipotesi relative al ruolo predominante che, in questo contesto, la scuola pitagorica ha avuto nella città di Crotone. Da qui la collocazione temporale del “Trono Ludovisi”, per la Candelise, all’inizio del V° secolo avanti Cristo e denso di implicazioni spirituali mistico – pitagoriche.
Giampiero Brunetti
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