San Lorenzo del Vallo - Le prime reazioni alla proposta del sindaco di San Lorenzo del Vallo, Luciano Marranghello, di voler ospitare nel suo comune un termovalorizzatore, non tardano ad arrivare. Tutto proprio quando a Terni viene posto sotto sequestro l'inceneritore “che ha avvelenato la gente”. C'è da sottolineare che l'impianto ternano è vecchio di trentadue anni, mentre nei progetti del sindaco cosentino la struttura sarebbe di ultima generazione, come quella di Mestre o di Brescia, quest'ultimo proclamato nell'ottobre 2006 «migliore impianto del mondo» dal “Waste to Energy Research and Technology Council”, un organismo indipendente formato da esperti di tutto il mondo. Sta di fatto però che tutto ciò non è risultato sufficiente per rassicurare la gente. E mentre si preparano proteste da parte di movimenti ambientalisti e gruppi politici locali, a dire la propria opinione è l'ex referente locale della Margherita, Vincenzo Montone che, dopo un lungo silenzio politico, si schiera nettamente contro Marranghello. «Questa idea -esordisce Montone- ha tutta l'aria dello sciacallaggio ed è stata proposta con estrema leggerezza. Devo pensare che tutto ciò sia, probabilmente, il frutto di interessi che vengono da fuori, perché mentre il sindaco si professa “persona competente”, solo per essere stato al Ministero Attività Produttive, in realtà ha solo imparato l'arte dell'arrangiarsi, senza sapere bene quello che fa». «Come il sindaco stesso ha dichiarato alla stampa, quando era al Ministero probabilmente ha conosciuto industriali che gli hanno offerto la possibilità di costruire questo inceneritore. Probabilmente -sottolinea Montone- al pro di interessi “non confessabili”. Si sa che dietro ai rifiuti a volte qualcosa non quadra». Ma l'accusa più forte dell'ex referente Dl è: «Il sindaco sfrutta l'occasione dei rifiuti campani per fare il demagogo, non per suggerire soluzioni, ma per offrire un sito per la costruzione di un inceneritore. Sono sicuro però che nel momento in cui si dovesse trovare il luogo, il primo ad essere scalzato sarebbe lui, poiché non in grado di gestire la cosa». Poi Montone si fa forte di questa considerazione: «Nella nostra zona ci sono delle restrizioni fisiche che non permettono l'installazione di tale impianto. Infatti, se da un lato le aree sono troppo piccole per ospitarla, considerati anche gli insediamenti umani, dall'altro sono presenti agrumeti e tutti i prodotti nel raggio di 15km, così come una normativa Cee spiega, non potrebbero più avere né il marchio Dop né quello Doc, con conseguente esclusione dal mercato. L'unica zona plausibile, semmai, potrebbe essere la “Petrosa” di Castrovillari; solo come ultima spiaggia, s'intende». E se la tesi “dell'aumento dei casi di cancro” per le persone residenti nei pressi di un inceneritore non dovesse bastare, Montone incalza: «Quando altri si sono proposti di risolvere il problema della spazzatura locale, senza danni alle persone e all’economia del paese, lui si è opposto. Oggi si dichiara favorevole con l'inceneritore, ma dovrebbe chiedere prima l'opinione ai cittadini».
Em.Arm.
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