martedì 15 gennaio 2008

Spezzano Albanese. Ennesima puntata della storia “Capanne d'oro”

La polemica sulle “capanne d'oro” di Spezzano Albanese è diventata ormai un appuntamento fisso per maggioranza ed opposizione. La battaglia si è compiuta fino ad oggi a colpi di manifesti affissi per tutta la cittadina arbëreshe, che ha visto da un lato gli attacchi del gruppo di opposizione, dall'altro le difese e le smentite degli amministratori, entrambi con “documenti alla mano”. Chi abbia ragione non è ancora dato a sapere, quel che è certo è che la querelle insiste imperterrita. Il tutto verte sui lavori di recupero, messi in atto dal gruppo guidato dal sindaco Nociti, delle fontane pubbliche che, secondo l'opposizione, sono costati eccessivamente. Nemmeno l'intervento del Responsabile dell'Utc Agostino Amato, che ha persino minacciato di “adire le vie legali”, è servito a sedare gli animi. Infatti, il trio di minoranza, Tursi, Cucci e Bruno, non hanno mancato di replicare duramente: «Vogliamo ricordare ad Amato che non è compito suo addentrarsi in ambiti che non gli competono. La sua mansione finisce dopo aver trasmesso a noi le cifre richiestegli. Lui ha la sola responsabilità sulla conformità dei numeri con la realtà progettuale. Per quanto riguarda considerazioni sul merito, diffidiamo il tecnico comunale a non allargarsi oltre le sue competenze». In maniera netta e decisa parte l'attacco dell'opposizione che spiega: «Noi abbiamo chiesto all’Utc lo specchietto dei costi ufficiali di tutto il progetto: sono questi i numeri che i cittadini vogliono sapere. I nostri amministratori non hanno capito che per noi le "capanne d’oro" comprendono anche tutto ciò che non si vede e che forse non c’è sotto le capanne». E quindi parte il monito al dirigente dell'Utc di non conferire “numeri falsi” per non incorrere in qualche “rischio”. «Non c'è bisogno di schierarsi apertamente con l’attuale amministrazione -proseguono-, perché così non fa altro che confermare tutto ciò che abbiamo sempre sospettato: una complicità occulta di cui dovremo ancora accertare la natura e la motivazione». Su queste note, dunque, si chiude l'ennesima puntata della storia. Che un confronto pubblico, atto a chiarire definitivamente le idee ai cittadini, serva mettere la parola fine alla questione? Vedremo.

Em.Arm.

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