TREBISACCE - Occhi rigonfi e asciutti di chi non ha più lacrime da versare, mani che si cercano nella folla, stretti abbracci, gemiti. Davanti al Purissimo Cuore della Beata Vergine Maria una folla silenziosa e composta attende ai margini della piazzetta l’arrivo del corteo funebre partito dall’obitorio dell’ospedale cittadino. In tanti hanno già occupato anche gli scanni all’interno della chiesa, pure questi attendono in silenzio. Il momento di riflessione li accomuna tutti. Si cerca conforto nella preghiera o nella memoria ancora fresca di chi conosceva Maddalena Agrelli, Marilena come la chiamavano tutti, e la piccola Jennifer. Ricordi che sanno di freschezza, di sorriso, di candore.
Un applauso all’esterno ci desta da pensieri assorti; i feretri sono arrivati. Adesso la folla è triplicata.
Il corteo è stato anticipato da due ali di giovani che porgono mazzi di fiori bianchi. Ci sono i gonfaloni delle cittadine di Villapiana e Trebisacce, subito dietro i primi cittadini, Luigi Bria e Mariano Bianchi. I due sindaci, al fine di consentire alle popolazioni di partecipare alle tristissime esequie, avevano indetto il lutto cittadino. In veste private c’è anche l’on. Franco Pacenza, trebisaccese di adozione.
Adesso una folla immensa riempie l’ampio piazzale ed abbraccia le due bare portate a spalla. Tanta è la gente del luogo; molti arrivano da San Lorenzo Bellizzi, il centro del Pollino da cui proviene la famiglia Agrelli. Poi il popolo di Villapiana, gli amici di Maddalena e della piccola Jenny. Villapiana è il paese dove risiedevano e dove hanno trovato la morte mamma Maddalena e la dolce Jenny. Villapiana è il paese del marito Gianluca, il giovane carpentiere autore, nella notte tra sabato e domenica scorsa, del drammatico inspiegabile duplice omicidio.
Da Villapiana, oltre al sindaco, che ci riferisce di un paese sbigottito e addolorato, si riconoscono gli assessori Lo Giudice, Falbo ed Elia; c’è Brunetti, il comandante dei vigili urbani, c’è don Franco Brunetti, il parroco di Villapiana Lido. Non si vedono invece i parenti di Gianluca. I familiari delle vittime avevano chiesto ai De Marco di non presenziare durante la celebrazione del rito funebre: è ancora presto per avviare il percorso del perdono. Così, mentre gli Agrelli piangono la scomparsa di Maddalena e Jenny, confortati dai tanti che affollano la chiesa, i De Marco, ad una manciata di chilometri da qui, sfogano il loro dolore nel silenzio della solitudine, come se non bastasse l’onta che li divora.
E parole di perdono sono quelle annunciate nell’omelia dal vescovo di Cassano, mons. Vincenzo Bertolone, venuto qui a Trebisacce ad officiare il triste rito al fianco di don Pierino De Salvo: “Perdono non significa resa, ma forza della Fede… tutti noi facciamo degli sbagli, ma se chiediamo perdono per i nostri sbagli allora dobbiamo essere capaci anche di dispensare il nostro perdono a chi sbaglia”.
La Santa messa volge al termine. Come spicca adesso tra la gente quella piccola bara bianca; in spalla discende lungo la scalinata della chiesa subito dietro il feretro della mamma. Il lungo applauso viene coperto da alcuni botti esplosi a festa; è come se richiamassero l’attenzione del buon Dio affinché si prenda cura della piccola Jenny, fiore reciso, e della sua mamma Maddalena.
Paride De Paola
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