Si chiama “Pollino chiama Pollino” ed è l’idea-progetto che il Parco nazionale del Pollino ha pensato, ispirandosi al libro di Renato Cantore, capo redattore del TGR Basilicata, “Lucani altrove“, “un popolo con la valigia”, edizioni Memori, presentato ieri sera a Castrovillari (CS), in un’affollata sala conferenze della Comunità del Parco, a Palazzo Gallo (nella foto, di Michele Martinisi, da sinistra Pino Nano, Domenico Pappaterra, Roberto Fittipaldi, Renato Cantore e Vittorio Cappelli).
L’idea, esposta dal presidente del Parco, Domenico Pappaterra al termine della presentazione alla quale hanno partecipato oltre l’autore, il capo redattore del TGR Calabria, Pino Nano e lo storico dell’Università della Calabria, Vittorio Cappelli, è stata pensata per indagare il mondo dell’emigrazione calabro-lucana e per “richiamare”, mettersi in contatto, scambiare esperienze e trarre dal dinamismo di cui pure la migrazione è pregna (come richiamato da Cappelli durante il commento del libro di Cantore), scenari diversi, in grado anche di produrre nuova economia, turistica ma non solo. Oltre che rafforzare - come sottolineato da Pappaterra - “l’orgoglio dell’appartenenza al Parco e l’identità dei suoi residenti e di chi dal Pollino è partito per l’altrove”.
Il libro di Cantore, giunto alla terza edizione, “Premio Basilicata 2007″, presentato, tra l’altro, il 12 dicembre scorso presso la Sala Stampa Estera, di Roma, è un appassionante viaggio tra i tanti lucani che hanno lasciato i loro paesi montani per grandi città dell’America, dell’Europa, dell’Africa. Un viaggio alla ricerca di quell’identità lucana mai perduta che Cantore rafforza, raccontando con la penna puntuale e obiettiva del cronista: storie di emigranti, che a volte fanno anche ritorno nei loro luoghi d’origine e che, comunque, anche se non vi riescono, covano sempre l’intimo sogno, un giorno, di ritornare.
Roberto Fittipaldi
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