lunedì 31 marzo 2008

L’Unione dei Comuni tra favorevoli e contrari

ROCCA IMPERIALE - La “storica” serata della prima riunione dei Comuni costieri dell’Alto Jonio cosentino si è svolta nell’ex Convento dei Francescani. Presenti i sei sindaci della costa jonica: Luigi Bria (Villapiana), Mariano Bianchi (Trebisacce), Mario Melfi (Amendolara), Franco Durso (Roseto), Francesco Lamanna (Montegiordano), Ferdinando Di Leo (Rocca Imperiale). Porge il saluto ed espone il tema dell’incontro il sindaco di Rocca Imperiale, Di Leo. Il sindaco di Amendolara e consigliere provinciale Mario Melfi è il primo relatore: «stasera stiamo scrivendo una pagina storica». Dice che la Regione Calabria sta deliberando la ristrutturazione delle CMAJ; entro il 30 giugno i Comuni costieri non faranno più parte delle Comunità Montane. Lo impone l'ultima Finanziaria del governo. Quindi, i sindaci hanno una sola possibilità: l’Unione: «Da soli non andiamo da nessuna parte». Melfi aggiunge che il nostro territorio, già disagiato, rischia di essere ulteriormente penalizzato. Poi, passa ai dettagli: lo Statuto è stato preparato dai segretari comunali dei sei Comuni interessati ma sarà ancora rivisto e corretto, anche con i suggerimenti degli altri. Il nostro è un territorio strategico: 300 kq, 30 kmq di costa, 25 mila abitanti. Il fatto più importante è che il nuovo organigramma dell’Unione non prevede compensi per i suoi componenti, che saranno soltanto i sindaco o loro delegati. Il presidente resterà in carica soltanto un anno, ma Rocco Franco ne suggerisce due. Ci uniamo per offrire servizi, per attuare le politiche sociali, ambientali, turistici, di Polizia municipale, culturale e anche per saper gestire i fondi europei 2007-2013. Se siamo capaci di offrire progetti accettabili e unitari, per esempio, la Regione non accetterà i progetti singoli dei centri storici che fra poco andranno in appalto. Il fatto più apprezzabile è stato quello di aver dato la parola prima a quelli che non sono d’accordo. Il consigliere comunale Pagano di Amendolara lamenta che non siano state interpellate le minoranze, l’avvocato Paolo Montalti di Villapiana si dice fortemente «critico e malizioso» e conclude: «bisogna far partecipare la gente»; Acciardi, di Montegiordano, aggiunge: «che non sia una gestione particolaristica, ma è meglio tardi che mai»; la dottoressa Gallo di Rocca Imperiale, parla di «Alto Jonio depredato» e teme che l’Unione dei Comuni possa diventare una «pesante macchina burocratica e dispendiosa». L’assessore Antonio Caccuri di Trebisacce esprime pure delle riserve sul contributo finanziario dei paesi meno ricchi o deficitari. Dopo queste critiche, seguono i chiarimenti di Robetro Rizzuti, vice sindaco di Villapiana, di Giovanni Gallo, assessore di Rocca, del dottor Rocco Soldato, consigliere di opposizione a Trebisacce, di Rocco Franco, assessore alla CMAJ: «l’Unione di Comuni è un contenitore da riempire; finalmente, non si fa più municipalismo, perché l’associazionismo non ha colori politici. Con l’Unione saranno migliorati i servizi, i costi saranno più equi, quindi non c’è bisogno di fare demagogia dobbiamo lavorare tutti insieme». Se qualcuno pensava che la nascente Unione dei Comuni provocasse contrasti, il presidente della CMAJ Giuseppe Ranù, fornisce una chiarissima informazione: «L’Unione è un’operazione giusta, per dare slancio ai Comuni, ma che deve partire da due presupposti: la sintesi politica di tutti i sei paesi e il rilancio il territorio. Quest’aggregazione nasce per non far morire i Comuni, non deve limitarsi soltanto ai servizi ma deve saper gestire i fondi strutturali 2007-2013, presentando più progetti». Ranù parla anche del personale: l’Unione potrà utilizzare parte di quelle 36 unità che attualmente sono nella CMAJ. Tranne certe preoccupazioni, o piccole polemiche fuori luogo, il dibattito si è concluso con appelli all’unità di tutti i Comuni e di tutte le forze politiche. La sede del nuovo ente sarà a Trebisacce.
Giuseppe Rizzo (da il Quotidiano della Calabria)

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