sabato 18 ottobre 2008

Villapiana. Biovix. Per i 21 dipendenti si profila la Cassa Integrazione

L’azienda, finanziata dalla legge 488, non ha mai lavorato
Buone nuove dal versante Biovix. I dipendenti dell’azienda bresciana, venuta ad investire in Calabria nella produzione di pannelli fotovoltaici, dopo ben 16 mesi di mancate mensilità, sarebbero stati collocati in cassa integrazione. La notizia, diffusa rapidamente in città, è scaturita a seguito della sigla del decreto ministeriale che vede concretizzarsi la Cassa Integrazione per i 21 dipendenti Biovix almeno sino al 31 dicembre prossimo. Travagliata è la storia aziendale della Biovix srl, impiantatasi a Villapiana grazie a finanziamenti ottenuti attraverso la legge 488 del ‘92, l’ex intervento straordinario per il mezzogiorno. La fabbrica, che in un primo momento si pensava dovesse produrre sostanze chimiche organiche per l’agricoltura, e successivamente riconvertita ad industria per la realizzazione e vendita di pannelli solari (partendo dalla materia prima, il silicio), in realtà non è mai entrata in funzione. Per gli allora 33 dipendenti – ne sarebbero stati oltre 100 tra tecnici e maestranze nel momento in cui la fabbrica fosse entrata in pieno regime – le speranze di un futuro in Biovix si spensero con l’ultimo stipendio percepito; luglio 2007. Le cose precipitarono con il ritorno a Brescia di Ezio Galbiati, titolare dell’azienda, e contestualmente con il sopraggiungere delle verifiche in loco ad opera degli ispettori della Fiamme gialle. Nel febbraio scorso la prima vertenza: i dipendenti invitavano gli organi di stampa davanti ai cancelli dell’azienda - “Ma che fine hanno fatto i responsabili della Biovix? Quando ci verranno rimunerati gli 8 stipendi arretrati non pagati e, quale sarà la sorte della nostra azienda?” - queste le loro richieste di spiegazione. Inseguendo voci che vedevano l’imminente ritorno di Galbiati, e con quest’ultimo l’avvio definitivo della produzione, nel luglio scorso i dipendenti s’imbattono invece nei sigilli che, dietro disposizione della Magistratura, le Fiamme gialle ponevano ai cancelli; si contestano brogli finanziari ai danni della legge 488, un giro di affari in fatture false per quasi 11 milioni di euro. Nello stesso mese entra in scena la Esco Italia S.p.A. (Energy Service Company – Società di servizi energetici) che si propone di acquisire e rilanciare la Biovix nel momento in cui il Galbiati ritiri l’istanza di fallimento precedentemente presentata. Ma il Tribunale del Riesame di Cosenza riconferma i sigilli apposti dalla guardia di finanza della Compagnia di Castrovillari ai cancelli e ai portoni d’ingresso dell’azienda; le operazioni finanziarie vengono rinviate. Oggi si apprende dell’attuazione della Cassa Integrazione per quei 21 dipendenti rimasti in forze ed assorbiti nella Esco Italia; una boccata di ossigeno ed un passo speranzoso, il loro, verso il dissequestro dell’azienda in primis, quindi il successivo completamento ed avvio della linea di produzione per i fotovoltaici. Una sfida per cui l’intera comunità villapianese non ha mai smesso di lottare.
Paride De Paola

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